ANNO 14 n° 120
Peperino&Co.
Il Nuovo San Lorenzo
la rinascita di un borgo
di Andrea Bentivegna
18/06/2016 - 02:01

di Andrea Bentivegna

Il 20 maggio 1771 a San Lorenzo si riunì un disperato consiglio comunale. Il piccolo paese, a due passi dal lago di Bolsena, si trovava ancora una volta alle prese con una devastante ondata di malaria. In quegli anni le epidemie erano state continue e implacabili così tutti si sentivano ormai rassegnati. Oltretutto erano ripetutamente falliti tutti i tentativi di bonificare le paludi nei pressi del paese. In sostanza sembrava non ci fosse soluzione.

Fu per questo che proprio quel giorno il consiglio comunale stabilì che fosse preso un provvedimento radicale. Ovvero che il paese fosse abbandonato e ricostruito in un nuova area più salubre della precedente. Gli abitanti si rivolsero allora direttamente al capo di stato che era, a quel tempo, papa Clemente XIV. L’anziano pontefice, poco prima di morire, incaricò del progetto del nuovo centro abitato l’architetto Alessandro Dori.

Il disegno del nuovo borgo, che sarebbe sorto ad appena un paio di chilometri di distanza dall’antico, fu quello di un perfetto prototipo di urbanistica settecentesca.

Il 5 maggio 1774 si tenne la solenne cerimonia di posa della prima pietra ma nei primi anni i lavori sembravano procedere molto a rilento. Ciò nonostante e malgrado la morte l’anno successivo di Clemente XIV il progetto non si arrestò mai, anzi, il suo successore sul soglio di Pietro, Pio VI, impresse ai lavori una decisa accelerata incaricando l’architetto Francesco Navone di portare a termine il nuovo borgo.

Nel 1779, cinque anni dopo, San Lorenzo Nuovo era finalmente concluso e i cittadini poterono abbandonare così senza grandi rammarichi il vecchio, malsano, abitato che nel breve volgere di qualche anno finirà letteralmente per scomparire al punto che oggi non ne rimane praticamente più nulla escludendo qualche modesto rudere.

Il nuovo paese aveva invece un impianto urbano moderno, pratico e regolare, fatto di ariose strade ortogonali-. Una singolarità che differisce totalmente da tutti gli altri paesi della provincia viterbese che solitamente risalgono ad epoche più antiche, in genere medioevali, e quindi caratterizzati da vie strette e tortuose.

Il fulcro del nuovo centro abitato è senz’altro la piazza, di forma ottagonale in cui uno degli otto lati è occupato interamente dalla maestosa chiesa consacrata ovviamente a San Lorenzo che simbolicamente occupa il centro del paese.

Proprio questa suggestiva piazza, di lì a qualche anno, sarà attraversata da un un esercito numeroso che in paese si fermerà. Febbraio 1798: Pio VI, attorniato di soldati, trascorrerà proprio a San Lorenzo Nuovo, alla cui costruzione aveva contribuito in modo così decisivo, una notte. Non si trattava però di una visita pastorale, il Papa infatti era scortato sì, ma dai soldati francesi che, per volere di Napoleone, avevano avuto l’incarico di prelevarlo da Roma e condurlo come prigioniero in Francia dove poi morirà l’anno successivo.

I cittadini da San Lorenzo in seguito, grati al pontefice e volendo ricordare questo drammatico transito, decisero di rendergli omaggio posizionando all’interno della chiesa un busto di Pio VI sapientemente scolpito addirittura da Antonio Canova.





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